La variante centri storici affossata: molto bene

Per la maggior parte dei cittadini e dei turisti la mancata approvazione della variante sui centri storici è un fatto positivo.

Cosa sarebbe successo se fosse stata approvata dal Consiglio Comunale? Sarebbe stato possibile demolire e ricostruire il 33% degli edifici del centro storico (un terzo!), molti dei quali con importanti possibilità di ampliamento (20% più bonus energetici) . Sarebbe stato possibile ricostruire gli edifici inseguendo un’estetica modernista, senza rispettare le caratteristiche e le tipologie storiche.

Se tutti i proprietari avessero deciso di intervenire insieme, in un lampo l’armonia dei nostri centri storici sarebbe stata spazzata via per sempre. La stessa Provincia ha sollevato nelle proprie osservazioni le stesse criticità sollevata anche dalle associazioni e comitati.

Contributi partecipativi tutti rimandati al mittente dall’Amministrazione arcense.

Andate a guardare in Via Sant’Anna o al Foro Boario cosa può accadere. Immaginatevi i cittadini, i turisti, i titoli sui giornali: “Nel Bel Paese un’Amministrazione lotta per cancellare l’atmosfera dei centri storici, e ci riesce”. Fra un po’ la cittadinanza vedrà quel che ne sarà di Villa San Pietro. Già siamo stati scottati con l’ex Argentina, a questo punto uomo avvisato mezzo salvato.

Per questo non possiamo che essere molto soddisfatti che per il momento la variante sia stata arrestata.

Ma il problema non è risolto. L’urbanistica portata avanti all’epoca Veronesi e oggi perpetrata dall’assessore all’urbanistica Miori è per il nostro territorio una colossale sventura: non c’è rispetto per la nostra storia, per il nostro paesaggio e per le peculiarità edilizie dei nostri centri storici: si rincorre invece una non bene precisata modernità priva di identità e mediocre da un punto di vista estetico, con l’obiettivo e l’esigenza di far cassa e muovere l’economia con l’edilizia.

E’ una visione miope, che i Paesi civilizzati non si permettono più, andava bene forse negli anni Cinquanta. Dovremmo essere all’altezza dei tempi: i centri storici, il suolo, il paesaggio, sono beni che non possono essere più ripristinati una volta distrutti. E’ questa la vera eredità alla nostra vecchiaia e alle generazioni future.

Non gettiamola via per inseguire una non bene precisata modernità priva di identità e mediocre da un punto di vista estetico.

L’Italia è il Bel Paese per i suoi centri storici e non certo per l’architettura degli ultimi decenni.

Pubblicato da salvaguardiaolivaia

Il Comitato Salvaguardia dell'Olivaia nasce ad Arco nel 2013 e si interessa della salvaguardia del paesaggio nell'Alto Garda. E' composto da cittadini che pensano che l'ambiente altogardesano sia da preservare dalle colate di cemento e dall'eccessiva antropizzazione che lo minacciano fino a renderlo irriconoscibile. Così prezioso, così fragile!