Consumo di suolo: l’allarmante Rapporto sul paesaggio

L’Adige commenta l’allarmente Rapporto sul paesaggio del Osservatorio del Paesaggio Trentino. Di seguito poi il nostro commento

L'Adige - Articlo sul Consumo di suolo
L’Adige 10.04.2016

 

CONSUMO DI SUOLO

COMUNICATO D.D. 11/04/16

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La realtà con le parole non si trasforma.

Il Presidente della Comunità di Valle Malfer inventa il termine “tocco leggero” (e Zolin vuol far credere che “l’obbiettivo è ridurre a zero il consumo del territorio”), per far dimenticare il parcheggione di interscambio al Cretaccio che sembra meno minaccioso se lo si chiama Hub, ma che comunque è capace di distruggere 80.000 metri quadrati di suolo pregiato, o il polo nautico a Linfano o il polo sportivo sovracomunale in Via S. Andrea che sigilla – cioè, come ha spiegato il prof. Pileri, che insegna al Politecnico di Milano, fa morire – 150.000 metri quadri pregiati.

Il Parco Agricolo è già distrutto nei fatti, a riprova di quanto i politici tengano in conto i loro cittadini (a proposito: che fine hanno fatto le 4.746 firme raccolte per i giardini di Arco).

La Giunta di Arco tira invece fuori dal cappello una piscina intercomunale da finanziare svendendo territorio ai privati con il sistema della compensazione: con una logica che sembra fatta per prendere per i fondelli Aristotele, siccome non ci sono i soldi per risistemare la piscina di Prabi, allora bisogna cercarne molti di più per farne una nuova, sovracomunale (siccome non ho i soldi per sistemare i pantaloni, ne vado a comperare di più costosi). Si saranno parlati con la Comunità di Valle? E con il Comune di Riva?

Ad Arco la fanno facile e indolore: lasciamo costruire ai privati, questi ci fanno la piscina, tutti felici e contenti. Come se con questa trovata della compensazione la piscina fosse a costo zero. E invece no, la paghiamo con suolo, territorio e paesaggio invece che con moneta sonante.

Sì, perché bisogna rendersi conto che dover svendere territorio ai privati oggi per finanziare opere,nell’Alto Garda, significa essere nelle condizioni di chi svende un rene per pagarsi le vacanze. E  oggi gli organi da svendere stanno finendo, per noi e per i nostri figli. Lo dice il “Rapporto sul territorio” recentemente pubblicato, che giustamente i giornalisti definiscono “impietoso”, lo dicono gli occhi di tutti. La bella valle sta evolvendo in un mostro, per insipienza di chi ci specula (e di chi ci abita) e per l’incitamento di chi amministra.

Ma le brutte notizie non sono finite: abbiamo già ipotecato organi vitali, come ricorda il “Rapporto sul territorio”, perché i PRG ancora permetterebbero di costruire. La crisi ha solo ritardato gli effetti.

Gli Amministratori di Riva del Garda, Nago-Torbole e di Arco dovrebbero azzerare gli  attuali P.R.G. per salvare il salvabile. Azzerare i P.R.G. si può e si deve, ce lo insegnano i Comuni Virtuosi che lo hanno fatto e lo conferma il Consiglio di Stato: non esistono “diritti edificatori” né “vocazioni edificatorie” di suoli non ancora edificati (sentenza n. 6652/12).

Purtroppo, non solo ciò non sta avvenendo, ma gli amministratori arcensi sono pronti a licenziare l’ennesima variante e a pagare le consulenze agli studi legali per renderla formalmente inattaccabile. Ma da un’Amministrazione che fa di tutto pur di mettere di fatto a capo dell’AMSA quel Veronesi che ha regalato alla sua comunità l’ex Argentina e ben 9 Varianti, – e non l’hanno certo voluto per il suo curriculum – che speranza possiamo avere? Forse l’attuale il sindaco Betta vuole eguagliare il suo predecessore visto che al suo secondo anno di mandato è già pronto a sfornare la sua seconda Variante.

Se nel passato edificare, edificare ed edificare è stato sbagliato, oggi è a dir poco diabolico perseverare in tale direzione. E’ giunto il momento non solo di indignarsi privatamente, ma è anche di manifestare per una visione diversa, contro un modo di pensare vecchio e pericoloso, contrastando scelte scellerate. Il mondo avanzato parla di sostenibilità e noi siam qui a cercare come lasciare mano libera a speculazione e cemento.

Pubblicato da salvaguardiaolivaia

Il Comitato Salvaguardia dell'Olivaia nasce ad Arco nel 2013 e si interessa della salvaguardia del paesaggio nell'Alto Garda. E' composto da cittadini che pensano che l'ambiente altogardesano sia da preservare dalle colate di cemento e dall'eccessiva antropizzazione che lo minacciano fino a renderlo irriconoscibile. Così prezioso, così fragile!