TUTTO BENE PER IL VALLO TOMO DEL BRIONE, LA GRANDE OPERA “DE NOI ALTRI”?

Nell’articolo apparso nei giorni scorsi sulla stampa il Sindaco di Arco afferma che la Provincia non è in grado di sostenere l’onere economico sia del vallo tomo di Mori che di quello del Brione.
Afferma che l’amministrazione arcense avendo pianificato per tempo l’opera, avendo presentato un progetto definitivo “completo in ogni sua parte, organico e di minor impatto ambientale” non subirà “proteste di massa dei cittadini” e i “ritardi” che non sono ben visti in Provincia, ed avrà quindi avrà una corsia preferenziale nella copertura finanziaria (per precisione stiamo parlando di una spesa complessiva prevista 5 volte superiore rispetto a quella di Mori, che ammonta a € 1.800.000 mentre nel nostro caso è stimata in € 8.600.000!).
Dimenticando evidentemente le grandi perplessità che il progettato intervento al Brione ha suscitato nella nostra comunità per il pesante impatto ambientale ed economico prodotto.
Nel consiglio comunale del 16 novembre u.s. le minoranze si sono fatte interpreti di queste preoccupazioni. Con un ordine del giorno hanno chiesto che la Provincia si faccia promotrice di un concorso di idee per valutare soluzioni alternative che, garantendo pari condizioni di sicurezza, comportino minori impatti ambientali e minori costi di realizzazione. Purtroppo il sindaco e la sua maggioranza hanno deciso di rigettare questa proposta, a noi parsa di buon senso, e proseguire imperterriti con il progetto presentato.
Dalla presentazione in Consiglio e dalla lettura della documentazione progettuale appare evidente l’impatto dell’ intervento. Il vallo tomo si svilupperà su un fronte a partire dalla Cantinota fino a nord della Ca’ Rossa e interesserà un area di oltre 9,5 ettari ovvero per una lunghezza di 1100 m e una larghezza di circa 90 m. Almeno 3,5 ettari di oliveti e vigneti spariranno. Il tomo alto 8 metri avrà un impatto visivo notevole visto dalla strada del Linfano e dalla Maza. Il bosco ceduo a monte del vallo sarà in buona parte compromesso a seguito della risagomatura del pendio prevista dai progettisti per avere una inclinazione predefinita.
L’opera va ad interessare per una parte il Biotopo del Brione. La normativa vigente prevede, a tutela delle aree protette, che opere pubbliche o private che intervengono su questi siti siano sottoposte alla valutazione di incidenza ambientale. Nell’ambito di questo procedimento obbligatorio devono essere considerate e approfondite soluzioni alternative a minore impatto.
Per questa ragione e perché risponde a buon senso esplorare soluzioni alternative, condividiamo appieno la richiesta che la Provincia indica con tempi ben definiti un concorso di idee da cui possano emergere proposte migliori per garantire la sicurezza del sito. Crediamo sia nell’interesse dei servizi provinciali preposti venire a conoscenza di idee e tecniche innovative per mettere in sicurezza il nostro territorio, limitando al massimo il deturpamento del paesaggio.
Il progresso tecnologico evidente in ogni settore non può farci credere che le uniche soluzioni percorribili siano le realizzazioni di valli-tomo di impressionanti dimensioni.
Riteniamo infine che un’opera di tale impatto per la cittadinanza meriti un’informazione ed un coinvolgimento maggiore, che porti a soluzioni condivise. Invitiamo dunque l’amministrazione ad indire, a seguito del concorso di idee, un incontro pubblico sull’argomento.
Ciò che sta accadendo a Mori dovrebbe insegnare che forzare soluzioni non condivise produce conflitto sociale, ritardo e lievitazione dei costi.
Vogliamo sperare che l’Amministrazione di Arco assuma un atteggiamento collaborativo rispetto alle legittime e ragionevoli richieste che vengono dalla collettività.
Se così non fosse non resteremo passivi.

ITALIA NOSTRA SEZ. TRENTO – WWF TRENTINO – COMITATO PER LA SALVAGUARDIA DELL’OLIVAIA – COMITATO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Pubblicato da salvaguardiaolivaia

Il Comitato Salvaguardia dell'Olivaia nasce ad Arco nel 2013 e si interessa della salvaguardia del paesaggio nell'Alto Garda. E' composto da cittadini che pensano che l'ambiente altogardesano sia da preservare dalle colate di cemento e dall'eccessiva antropizzazione che lo minacciano fino a renderlo irriconoscibile. Così prezioso, così fragile!